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Con che lingua racconteremo l'espandersi e il concentrarsi delle emozioni il loro fluire di nuovo nel cosmo nel mondo? Il distendersi ed il contrarsi del tempo che per un tratto ha disobbedito al consueto fuggire per correrci incontro? È tutto più facile e più difficile, ora che non possiamo più tornare a casa, ora che stiamo navigando anime e corpi verso l'origine.
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Ariel
- 26/04/2010 09:21:00
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Mi spiace, ho trovato decisamente banalotto tutto: concetto, costrutto, linguaggio.
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Maria Musik
- 25/04/2010 21:29:00
[ leggi altri commenti di Maria Musik » ]
Una poesia che colpisce per questo trasportarci in una dimensione alla quale siamo, forse, appartenuti e alla quale, forse, apparterremo. Una domanda apre la visone: "Con che lingua racconteremo lespandersi e il concentrarsi delle emozioni il loro fluire di nuovo nel cosmo nel mondo?" Già, quale è la lingua con cui si raccontano percezioni estatiche? Perchè, quando, vivi o morti, si è visto il tempo correrci incontro, non si può, davvero, tornare indietro.
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Antonio De Marchi-Gherini
- 20/04/2010 23:03:00
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Innanzitutto Buon Compleanno, te lo dico perché siamo nati nello stesso giorno, anche se io ho qualche anno in più. La poesia é molto bella, non si lascia facilmente prendere, il viaggio di corpi e anime é il viaggio di tutti. Il ritorno allorigine anche, bisogna intendersi sullorigine, ma se fosse una fermata dautobus, o un ritorno a casa noto, credo che sarebbero finite anche le sfide dei poeti e dei filosofi al senso della vita. Per un analisi più approfondita del testo, come sempre i miei complimenti a Franca Alaimo, di occhio lungo e mente prontissima. Complimenti e auguri per la tua attività divulgativa della poesia.
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franca alaimo
- 20/04/2010 18:54:00
[ leggi altri commenti di franca alaimo » ]
Si riferisce questo testo, come già commentato, davvero al mmomento in cui siamo abitati dalla poesia? Potrebbe essere. Però a me è venuta in mente unuscita definitiva dal momdo, un ritorno, con sapori danteschi, allAmor che move il sole e le altre stelle... Chi parla, allora? I morti? Quando la poesia si apre a più interpretazioni, quando se ne sta nuda davanti il lettore, che non sa nulla, nonostante le note biografiche, dellautore, vuol dire che il suo fascino si nutre di unambiguità, che, secondo me, proprio nellambito poetico non è un difetto, ma un modo di accrescerne la vaghezza... La poesia ha un suo ritmo molto attento e vibrante e denota una lunga sapienza nella gestione della lingua.
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Loredana Savelli
- 19/04/2010 06:53:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
La risposta alle domande che poni mi sembra quasi ovvia: con la lingua della poesia. Navigare verso lorigine è regredire ad uno stato di purezza dove forse nessuna lingua è necessaria, ma soltanto un lasciar fluire ("lespandersi e il concentrarsi") le emozioni nel cosmo del mondo, andando incontro al tempo ma senza alcun riferimento concreto e vincolante: appunto in modo poetico.
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